Il gioco del "se"
- GieRRe
- 15 set 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Il “se” non esiste ma se esistesse?
Il “se” non esiste ma la mia fantasia del “se”, almeno quella la posso fare esistere.
Me ne salta in mente subito uno, tutt’altro che banale. Un “se” che mi porto dietro da bambina perché era un “se” esistente.
La domanda del gioco di oggi è “se fossi stata mancina?” Questo “se” era vivente nel senso che io ero mancina. La domanda allora la riformulo e dico “se fossi rimasta mancina?”
Prima di tutto “se fossi rimasta mancina” tutta la vita, il “se” di oggi sarebbe stato ribaltato al contrario e la domanda del gioco sarebbe stata “se non fossi mai stata mancina?”.
Il “se” valido veramente oggi è “se fossi stata sempre mancina?” e sapete perché?
Avete un attimo? La storia è questa.
Una volta nata, mi hanno ficcato in un contesto e proprio lì, proprio nella mia famiglia, proprio tra le braccia di mamma e papà il mio “se” si è capovolto.
Quando?
Nel momento in cui hanno deciso che non potevo scrivere e mangiare con la mano sinistra.
Di là un’esistenza completamente disintegrata, un percorso completamente modificato, in maniera definitiva e assoluta, dato che la mia coscienza mancina sarebbe stata risvegliata involontariamente solo anni dopo e casualmente, quando ormai il mio nuovo percorso era stato già completamente ridisegnato.
Ahimé!
Concatenazioni di “se” mai rivelati, si sono accumulati e per un’intera esistenza continueranno a farlo.. ahimé!
Il pensiero martellante, martellante e l’ho detto martellante? “se fossi restata mancina per tutta la vita, senza pensare neanche per un secondo di scrivere o mangiare con la destra chissà come avrei saputo immaginare in maniera diversa”.
Di sicuro e prima di tutto sarei stata una persona molto più artistica, è sulla bocca di tutti che i mancini sono artisti.
Ma questo è niente, per Bacco, e poi, e questo è quello che mi ha colpito poche ore fa come uno schiaffo sul viso, come una frustata. Atroce destino cosa sarebbe successo? Chi avrei incontrato? Come fulmini nel cielo mi affollano la mente spezzoni di vita che mi furono sottratti, ancora in fasce, destino crudele.
Quali posti a tavola avrei scelto? Posti diversi, all’università, a cena, ai corsi. Essere mancina mi avrebbe fatto, anche solo per questo, conoscere tutte persone che ormai non conoscerò mai più per il semplice fatto che non mi sarò dovuta porre con nessuna di loro il problema di incastrarmici seduta a tavola.
E al cinema? Cosa sarebbe successo al cinema? Vi sembra innocuo quanto successo? Senza conseguenze?
E invece no, mi siano testimoni tutti di quanto sto per dire. Al cinema avrei fatto cadere i pop corn sulle gambe della persona opposta a quella a cui li ho fatti cadere addosso per il fatto di essere banalmente non mancina. Quali metamorfosi avrei scatenato. Ahimé non lo saprò mai.
Magari essere mancina mi avrebbe immerso in problemi la cui soluzione avrebbe fatto emergere in me la necessità di attivare il mio estro mancino e avrei brevettato grandi soluzioni a grandi problemi.
Tutto questo non accadrà perché da egoista non mancina non ho avuto problemi con la chitarra, con le penne e con altri strumenti e quindi non ho sviluppato necessità di questo tipo.
Ma i mancini hanno anche difficoltà a infilarsi i calzini?
Ah già dimenticavo.
In bus mi sarei tenuta in piedi serrando le dita ad appoggi differenti! Avrei chiesto scusa mi lascia passare ad altri sconosciuti. Avrei portato eventualmente bracciali belli sul braccio opposto a quelli dove li porto e gente diversa li avrebbe notati, gente diversa rispetto a quella che lo ha realmente fatto.
Avrei tenuto i libri in mano con la mano opposta, dando la possibilità a gente diversa di incuriosirsi del titolo sulla copertina. Altra gente avrei influenzato, gente diversa rispetto a quella che ho influenzato realmente!
Le cose mi sarebbero cadute dalla mano opposta a quella da cui mi sono realmente cadute e mi avrebbero forse aiutato a raccoglierle altre persone. Persone diverse rispetto a quelle che mi hanno realmente aiutato.
Avrei pulito tutto al contrario, avrei dato e preso le cose agli altri in maniera differente. Magari sarei stata un’ottima giocatrice di pallavolo.
Ma che artista sarei stata?
Una pittrice? Una danzatrice? Una cantante? Avrei suonato l’arpa? I mancini possono? Avrei cucito vestiti? Non lo so e non lo saprò mai.
Forse sarei stata comunque qui a scrivere una storia complementare a questa. Sarei stata qui a chiedermi dove mi sarei trovata se il “se” contrario a questo fosse esistito. Sarei arrivata alla stessa conclusione a cui sono arrivata ora.
Sarei stata nello stesso posto in cui mi trovo ora a chiedermi di un “se” ancora complementare, fino all’infinito.
Quei “se” non esisteranno mai, ma nella fantasia tutti!
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