Scivolo
- GieRRe
- 4 ott 2016
- Tempo di lettura: 1 min
Passi, passati, passaggi.
Linea, spazio, punto.
Dove la strada, dove passo, dove la differenza.
Ho bisogno di spazio, silenzio, rumore. Non è un bisogno. Non lo so.
Scopro e mi scopro. Nudo.
Mi sembra un cielo, asfalto, nero, sopra e sotto.
Da sotto, sopra, asfalto e di nuovo cielo.
Scavo con le mani. Scavo con i piedi.
Ad ogni passo cerco, giro, mi volto, affondo e pesco.
Pesco me, pesco intorno.
Non vicino, non lontano.
Affermo. Nego.
Mi nego e mi salvo.
Scivolo.
Ho i piedi imbevuti del colore di cui mi sono colorato. E le mani.
Gocciolo azzurro.
Sudo blu.
Volo bianco.
Spruzzo rosso.
Piango verde.
Rido arancione.
Lo stupore del pozzo.
Chi mi vede, chi mi guarda, chi si accorge, chi passa oltre e chi si ferma:
io ci sono, mi sento, mi fermo,
su tela, a terra, a muro, in aria, dietro l’angolo.
A terra mi stendo nelle mie macchie e ci corro e ci volo e le voglio tutte.
Linea retta e girotondo,
dove la meta? Dove la metà?
Inizio e fine.
Fine e inizio.
Coerenza.
Non prima non poi. Adesso.
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