I campanelli dei vicini
- GieRRe
- 22 apr 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Oggi mi sento che ho sentito lo starnuto di una persona affacciata ad una finestra indefinita nel cortile interno di cui non conosco altro che le finestre e i muri e mi è venuta voglia di uscire fuori e urlare “salute”. Perché? Di preciso non saprei però stamattina mi sento così.
Vorrei uscire di casa e andare dalla signora che abita la finestra che vedo accesa ogni sera davanti casa mia e dirle che quando la vedo spenta mi preoccupo o in alternativa mi sorge la speranza che sia fuori a fare qualcosa di bello. La immagino magari in vestito da sera ad una prima teatrale in Russia. Andrò a bussarle per dirle che non mi frega anche se la mattina la vedo sempre annaffiare il suo bellissimo balcone con una vestaglia chiara e i capelli scarmigliati. A lei mi viene voglia di urlare “come saresti bella con i bigodini, io vorrei vederti la mattina con i bigodini”. Che poi sarebbe anche utile a lei per andare a teatro riccioluta. Questa signora dei “bigodini mai messi” confesso che usa il suo balcone anche per appendere sempre una cosa improbabile che è a metà tra “mutandoni della nonna”, intesi genericamente, non di sua nonna, e un grembiule da cucina bianco, quando capirò di che si tratta ne sarò grata
Nel cortile interno, accanto alla finestra della signora che sogno appassionata di teatro russo c’è una finestra ancora. Non so niente di chi abita quella finestra, niente se non che non sa appendere le lenzuola del suo letto matrimoniale dritte. Forse le lenzuola sono difficili da appendere dritte. Devo ammettere che questa signora è molto più brava con i copri sedia, tutti schierati in fila indiana.
Alla “signora dei bigodini mai messi” vorrei fare cenno di fare da tramite e dire alla “signora delle lenzuola torte” che le sue lenzuola storte al mio letto sfatto piacciono tanto, che non mi piacciono le lenzuola dritte anche se mi ricordano mia madre e che per me è un’artista. Fatto sta che né la “signora con i bigodini mai messi” né la “signora delle lenzuola torte” sanno e forse sapranno mai che a pochi metri da loro, in alto alla mia sinistra e alla loro destra ci sono persone che non possono stendere il bucato da nessuna parte immagino perché lo stendono sulle tegole del loro tetto. A volte forse se ne dimenticano e quegli stracci, passatemi la sensazione che mi danno, restano lì per giorni, che ci sia sole o pioggia. Poi li tolgono e secondo me li lavano di nuovo, io per lo meno ho sempre voglia di urlare anche a loro “lavateli, perché ha piovuto e io fossi in voi non li metterei addosso così”. Magari potrei mettere uno specchio sul mio balcone così, primo i ragazzi dello stendino di tegole saprebbero quando suonare alla “signora con i bigodini mai messi” per chiedere a lei di stendere i panni mentre magari lei si gode un concerto a teatro; secondo, la “signora con i bigodini mai messi” potrebbe specchiarsi prima di uscire per le sue serate mondane e terzo, la “signora delle lenzuola torte” potrebbe prendere le misure per fare il suo bel capolavoro e beccarsi gli applausi miei e di tutto il vicinato.
Io dopo stamattina scenderei a suonare i campanelli.
Mi sta venendo un dubbio, magari loro abitano tutti insieme e stanno aspettando di invitarmi sul tetto a godermi il mio terrazzo, a mettere il mutandone della nonna e a fare il mio capolavoro con le lenzuola. Aspettano che io gli suoni.
Comments