top of page

Un centesimo di principio

  • GieRRe
  • 16 gen 2018
  • Tempo di lettura: 3 min


Un centesimo di principio

Di ritorno da lavoro una donna si ferma al supermercato, il primo che trova per strada, a caccia di un litro di bevanda d’avena per fare colazione con buona pace del consumo critico che solitamente la anima. Fatto il giro, si trova in mano con il bottino al gusto d’avena e qualche altra cosa inutile ma non abbastanza in quel momento.

In fila, è intenta a cercare delle gomme tra gli articoli di cancelleria.

Le cade l'occhio su delle bustine monouso di olio.

Costo unitario 40 centesimi.

Contenuto 10 ml.

Costo al litro non riportato.

Lo calcola.

Il costo al litro è 40 euro.

Naturalmente sa che il costo delle bustine è solo in minima parte dovuto al contenuto di quei 10 ml di olio e comprende il costo dell'imballaggio in plastica, del trasporto, della pubblicità, insomma dell'intera filiera che collega con una quantità interminabile di tappe intermedie il produttore al consumatore, ma restano comunque 40 euro.

Prosegue.

Arriva in cassa.

La cassiera fa il conto.

Spesa complessiva 7,29 centesimi.

La donna prende 10 euro dal portafogli.

Resto 2,70 euro.

Manca 1 centesimo.

Prende i 2,70 euro di resto e li mette in tasca ma in gola rimane a metà un rospo che non riesce a spingere giù per quel centesimo in meno. E se non fosse un caso, e se non fosse un errore. E se fosse un calcolo per guadagnare senza che nessuno fiati, una strategia, un metodo perfetto perché nessuno replichi, perché nessuno chieda, o solo pochi, rari. Un’altra parte di lei risponde che è la solita paranoica che vede marcio ovunque e fa una tragedia per qualsiasi cosa.

Quel centesimo intanto per lei ha acquistato in quei pochi secondi un valore. È il valore della sua libertà di scegliere come spenderlo. È il valore della sua schiavitù, della sua consapevolezza, del suo coraggio, della sua responsabilità. Fino all'ultimo centesimo.

Tergiversa con lo zaino.

Il cliente successivo ha già tirato fuori la carta per pagare.

La donna guarda la cassiera e chiede titubante, come una ladra, il centesimo mancante.

La cassiera si scusa per quella che deve essere stata una disattenzione. Non chiede di vedere il resto che le ha appena dato.

La cassiera non aiuta a lasciar stare, altri dubbi. Alla donna vengono in mente situazioni simili, altri conti che non tornano, altri “lasciamo perdere”, altri “non importa, lasciamo stare”.

Esce dal supermercato e cerca di ricordare altri errori in termini di centesimi mancanti. Decide di prendere un foglietto e pensa e scrive.

Se tutti i clienti della grande distribuzione per disattenzione dessero 1 centesimo in meno, ogni 10.000 clienti serviti comporterebbero una perdita aziendale di 100 euro, gli stessi 100 euro che l'azienda accumulerebbe per gli stessi eventuali 10.000 clienti a cui restituisse per errore 1 centesimo in meno. Sono soldi!


Sulla scala dei grandi numeri la percezione dello scarso valore del singolo e del suo “misero” 1 centesimo si accumula per n volte.

1 centesimo in meno restituito potrebbe essere un accumulo di ricchezza, 1 centesimo alla volta di pigrizia, disattenzione o vergogna.

La donna si infervora tra sé e sé come se stesse raccogliendo le prove per una rivoluzione. Nella sua mente si ripete che non è SOLO 1 centesimo, si tratta di quel centesimo difficile da pretendere, più facile da lasciare, il centesimo che fa da punto di differenza tra l'essere e non essere considerati pezzenti, come se fosse l'avamposto a dimostrazione di un potere d'acquisto, quello sì scarso.

Si tratta di quel centesimo che non fa mai traboccare il vaso dell'indignazione che sembra costi di più. Si paga senza chiedere spiegazioni e senza pretendere rispetto per sé e per i soldi che si guadagnano spesso a qualsiasi costo. Si paga certi di non avere voce in capitolo e ci si sente ricchi di un 1 centesimo che non si ha il coraggio di pretendere. Si paga sentendosi rossi e svalutati come quello stesso centesimo che fa chiudere gli occhi, tappare il naso e voltare dall'altra parte come se non fosse un centesimo con un valore per cui ne vale la pena.

Seduta sulla panchina vorrebbe contrattare su ogni parola e ogni valore anche quello che sembra non valere più neanche un centesimo.

Si può cedere un centesimo alla volta su tutto, si può indietreggiare un centimetro alla volta su qualsiasi strada e abbassare la testa un grado alla volta o fare il contrario e agire come singolo e per tutti e farlo traboccare questo maledetto vaso che sembra non riempirsi mai.

Morale della favola. Quando vi danno il resto contatelo, almeno fate esercizio delle operazioni fondamentali di matematica delle elementari, per non dimenticarle.


 
 
 

Σχόλια


Featured Review
Riprova tra un po'
Quando verranno pubblicati i post, li vedrai qui.
Tag Cloud

© 2023 by The Book Lover. Proudly created with Wix.com

  • Grey Facebook Icon
  • Grey Twitter Icon
  • Grey Google+ Icon
bottom of page