John Coffey

- “Lei sembra il protagonista de Il Miglio Verde”!

- “Non conosco questo film”.

- “Ma come, se ne è il protagonista!”

(Ho omesso che l’attore è un attimo deceduto qualche anno fa, non eravamo abbastanza in confidenza ancora).

E gliel’ho detto proprio così e lui ha riso come il protagonista del film.

-“Ridi come il protagonista del film”.

Lui ha accartocciato gli occhi per far venire fuori tutte le rughe che poteva, quasi uno sforzo la sua risata.

Mi ha stretto la mia mano in una mano grande. La mia mano non si vedeva, non fosse stato per il mio braccio avrei dovuto andare a cercarla. All’anulare portava uno di quegli anelli d’argento che ho visto tante volte aggrappati ai tubi nei bus a tenersi in piedi per le strade sconnesse di Firenze.

Gli ho detto “Quell’anello sembra pericoloso”.

Lui, con una voce che non so da quale anima profonda potesse arrivare, da quale caverna profonda risuonare mi ha risposto, “Questo è solo un anello. A me non piacciono le cose pericolose. Non mi piace prendere parole con la gente” ha usato questa espressione. Che ridere.

Lui dal suo metro d’altezza sopra la media e nei metri di stoffa dei suoi vestiti è pacifico. Ma il superpotere di far diventare gli altri pacifici c’è l’ha di sicuro.

Età di mio padre. Inizia a raccontare di una donna. Non era abbastanza parlarmi di lei. Ha preso il suo cellulare che nelle sue mani era come un quadratino troppo piccolo e mi ha fatto vedere una donna in un vestito fucsia sgargiante. Una donna in carne, con un vestito sgargiante e con un sorriso normale. Per lui era splendida, il suo sorriso la ammirava e voleva farmela ammirare. Lei è diventata bella attraverso di lui e anche il fucsia è diventato un bel colore e non è mai stato il mio colore proferito.

Lui tornerà e secondo me la prossima volta porterà anche la sua regina in fucsia, uguale uguale a come me l’ha fatta vedere in foto, giusto così, per non fare confusione.