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Fiori per fiori

  • GieRRe
  • 6 nov 2016
  • Tempo di lettura: 2 min

Ho visto cadere un seme di girasole da un albero di mele.

Sono corsa a raccogliere un seme di viola.

Arrivata sotto i rami di un albero di banane, ho cercato per un'intera giornata un seme di ginestra.

Ho finalmente trovato il seme di assenzio e raccolto un seme di arancio osservando tra le mani un seme di ananas.

Ho portato via con me un seme di geranio.

Ho deciso di piantare un seme di lillà.

Immaginavo sbocciasse una margherita, mentre ogni giorno annaffiavo un seme di tiglio.

“E se sbocciasse una rosa?” Non ci credo esista un fiore che si chiama malvarosa.

Ho riso pensando alla magnolia coltivata in un prato di gigli.

Ogni mattina tornavo a controllare una calendula ricordando che davanti alla mia finestra da bambina ogni mattina avevo preso appunti sulle stagioni scritte a colori sulle foglie di una quercia e accudito la pace dei frutti di un ulivo.

Berrei un bicchiere dell'uva della pergola ormai rovinata anche nei ricordi.

Tra me e me affermo “spero sia un bel ciliegio questo papavero”.

Vorrei raccogliere un biancospino e regalare un mazzo di dalie e avere la corteccia bianca e millenaria di un pino loricato.

Vorrei giocare con i petali gialli della camelia bianca su uno stelo di betulla e sentire forte il profumo di un prato di lavanda sotto la neve di un bosco di abeti e sopra il muschio della steppa siberiana.

Scopri il fiore di loto.



“M'ama, non m'ama è davvero un gioco stupido”, pensò. “un modo stupido di tenere in mano un fiore”. Ma lo conosceva. Le cose stupide si conoscono tutti e si conoscono a memoria, l'unico modo per poterle ricordare.


Si tolse la cartina degli scavi che si era schiacciata sul viso e si ritrovò nel punto esatto dove si era seduta qualche ora prima. Nell'anfiteatro immerso nel sole. Il Vesuvio ancora taciturno, sbuffava tra sé e sé e si lasciava sbirciare.

Si guardò le mani e chiese al suo nonno assente da quando sedeva tra i banchi del liceo, seduto con lei nel passato, su quei gradini gialli di sole, ricordi e pellicola vecchia, “Come mai non ho mai sentito la necessità impellente di tingermi le unghie delle mani almeno 55 volte all'anno, una per ogni settimana?”

Lui rispose “ti ricordi quando ti raccontavo di Pompei? In realtà è la prima volta che ci vengo”.


 
 
 

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